Alla fine ha vinto il favorito. Carlos Alcaraz ha fatto suo lo slam parigino, terzo successo in un major su tre superifci diverse. A soli 21 anni, lo spagnolo ha confermato di essere un campione destinato a dominare il circuito, in grado di mettersi al pari dei più grandi di ogni epoca. Più forte di tutti, anche di un tabellone che gli ha riservato clienti difficili come Tsitsipas, Sinner e, in finale, Zverev. E se contro il greco la superioritità di Carlitos è stata evidente, l’italiano e il tedesco lo hanno spinto al limite costringedolo alla rimonta da un set a due coronata soltanto nel quinto e decisivo set. Sascha Zverev chiude il Roland Garros con la consapevolezza di avere lasciato per strada l’ennesima occasione. A 27 anni gli manca ancora il titolo slam che avrebbe certamente meritato. Ma anche in Francia ha fallito le fasi cruciali del match rimettendo in fiducia Alcaraz con errori a dir poco pacchiani. Chi lascia la Francia con qualcosa di importante in saccoccia è certamente Jannik Sinner. La semifinale è il miglior risultato in carriera a Parigi, arriva dopo uno stop per infortunio e soprattutto vale il numero 1 nel ranking mondiale, primo italiano di sempre. L’altoatesino deve ancora risolvere qualche problema di tenuta nei match al quinto set, dove ha un saldo negativo. Ma perlomeno ha completato il sorpasso a Djokovic, fermato da un infortunio al ginocchio che lo ha costretto all’operazione e ne mette a rischio la partecipazione a Wimbledon. Nota di merito per tutto il team Italia che ha portato in finale Jasmine Paolini in un torneo femminile che registra il quarto trionfo di Iga Swiatek. Pronostico rispettato ma col brivido del secondo turno quando una rediviva Naomi Osaka aveva quasi messo fuori la polacca arrivata a match point e crollata nei game decisivi. La Paolini porta a casa un risultato fuori da ogni pronostico ma del tutto meritato. Affiancato da una piazza d’onore anche nel doppio, in coppia con Sara Errani. Le due azzurre purtroppo non sono riuscite a bissare il successo di Roma cedendo stavolta a Gauff-Siniakova. Stesso rammarico nel doppio maschile per il duo Bolelli-Vavassori, fermato per la seconda volta quest’anno in una finale slam. Ma tutto il movimento del tennis italiano ha lasciato sensazioni positive. Basti citare Cobolli e Arnaldi che di un niente hanno mancato l’impresa contro Rune e Tsitsipas. Risultati che fanno intravvedere un futuro roseo, anche in chiave Davis.