Aveva iniziato da un set e un break sotto al primo turno contro Mackenzie McDonald, ha finito in trionfo, rifilando un tre a zero secco secco a Taylor Fritz, al termine di un torneo che lo ha visto avanzare in un crescendo di fiducia e condizione. Jannik Sinner ha realizzato il suo sogno americano conquistando a New York il secondo major dell’anno e della carriera: Flushing Meadows dopo gli AO di inizio anno. Più forte di tutto e di tutti, al termine di un periodo che la vicenda doping ha reso oltremodo difficile. Jannik si è chiuso nella sua bolla, protetto dal suo team e dagli affetti più cari. Colpo dopo colpo ha ricostruito se stesso e il suo tennis. La vittoria a Cincinnati ha fatto capire che era tornato. Nell’ultimo slam della stagione si è presentato da numero uno di un tabellone che in realtà non aveva gerarchie definite. Le uscite premature di Alcaraz e Djokovic gli hanno regalato anche il peso di favorito d’obbligo. Sulla carta un solo vero ostacolo, quel Daniil Medvedev che Sinner ha imparato nell’ultimo anno a regolare ma che lo aveva estromesso da Wimbledon appena due mesi fa. Quando anche il russo è stato spazzato via è apparso chiaro a tutti che la vittoria finale sarebbe stato un affare fra Jannik e se stesso. Solo lui avrebbe potuto perdere. Ancora una volta l’altoatesino ha dimostrato di non essere numero 1 per caso. Ha gestito con concentrazione ed efficacia la pressione e i due avversari rimasti, anche senza giocare il suo miglior tennis ma elevando il livello nei momenti importanti. Draper e Fritz sono stati le vittime sacrificali di una storia già scritta. Lo sapevano anche i 24 mila dell’Arthur Ashe che nell’atto conclusivo del torneo hanno provato senza troppa convinzione a sostenere il loro beniamino, primo americano in finale da 18 anni, ma non hanno lesinato gli applausi dovuti al vincitore. Con il successo newyorkese l’italiano consolida la posizione in vetta al ranking mondiale e si prepara a chiudere l’anno da numero 1. Questa settimana Sinner sarà a Bologna a sostenere i compagni nella prima fase della Davis che l’Italia proverà poi a difendere a novembre a Malaga. In mezzo ci saranno Pechino, Shangai, Vienna e Bercy. Ammesso che Jannik decida di giocarli tutti visto che l’altro obiettivo principe di fine stagione saranno le Finals di Torino, dove lo scorso anno cedette solo a Djokovic in finale. Per Sinner sarà l’inizio di una fase nuova: quella della difesa dei punti, tanti, conquistati negli ultimi 12 mesi per arrivare in cima al ranking. Una posizione di privilegio da dove il due volte campione slam proverà a difendersi dai tentativi che i suoi rivali faranno per detronizzarlo.